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MUSICA WORLD
(fonte
Wikipedia) -
L'espressione world music (in italiano musica del mondo) si
riferisce in genere alla musica che presenta una contaminazione
fra elementi di musica pop e musica etnica. Alcuni esempi di
questo genere sono l'opera di Peter Gabriel o di Paul Simon. I
progetti musicali che attingono a tradizioni culturali diverse
tendono a travalicare le classificazioni tradizionali; in questo
senso, per world music si intende anche, talvolta, l'opera di
artisti che rifiutano di adottare un qualsiasi specifico
linguaggio musicale tradizionale, o addirittura, nell'accezione
estrema, "tutta la musica del mondo", intesa come un tessuto
continuo di esperienze correlate e componibili, in opposizione
alla visione tradizionale della musica suddivisa in generi e
tradizioni musicali indipendenti. Come "world music" vengono
classificati, in modo simmetrico, quegli artisti africani,
sudamericani e così via che sono stati "scoperti" dal "business"
della musica pop e che in genere seguono un percorso musicale
inverso, partendo dalle proprie tradizioni musicali e
"sposandole" a schemi adatti a essere ben accolti dal pubblico
europeo e statunitense (come Youssou N'Dour, Ladysmith Black
Mambazo, Papa Wemba e altri). Data l'evoluzione dei sistemi di
trasporto e di comunicazione anche solo rispetto all'inizio del
XX secolo, non stupisce che le tradizioni occidentali vengano in
contatto con quelle di altre culture, con reciproca influenza;
in questo senso, è verosimile che il confine fra quella che
viene chiamata pop music e la musica etnica diventi via via più
sfuggente. I critici di questa tendenza osservano che essa
potrebbe portare, sul lungo periodo, a una sostanziale
"globalizzazione" della musica che coinciderebbe con un
depauperamento delle tradizioni musicali dei popoli. Da questa
preoccupazione nasce quindi, come contromisura, l'interesse per
lo studio e la preservazione delle tradizioni musicali dei paesi
del terzo mondo.
World Music in Italia
In Italia, e prima delle produzioni di Gabriel, il primo artista
a produrre un lavoro discografico di grande levatura etnica è
stato Fabrizio De André che, nel 1984, insieme al musicista
Mauro Pagani, diede alla luce l'album Crêuza de mä, interamente
in lingua genovese, con arrangiamenti musicali arabeggianti
eseguiti con strumenti tipici mediterranei. Questo esperimento
ebbe un vasto successo di pubblico e di consensi da parte della
critica (anche straniera) e che lo inserì a pieno titolo tra le
opere che mutarono storicamente il panorama musicale.
Recentemente, Pagani ha realizzato un lavoro analogo per "oggi o
dimane" e "Nun è acqua" di Massimo Ranieri. Un altro artista
italiano che si può considerare vicino alla world music Lorenzo
Cherubini (Jovanotti), che a partire dall'album L'albero (inciso
in Sudafrica) ha fatto largo uso di strumenti e stili musicali
africani e sudamericani. Inoltre, Giuni Russo ha importato la
World Music in Italia con melodie arabe presenti nel brano Amala
che fa parte dell'omonimo album della cantante. |